Autismo nel diritto… siamo, purtroppo, ancora agli albori di una società civile.

Si è molto lontani, nonostante i recenti interventi legislativi in materia, da una compiuta conoscenza dell’autismo e di tutte le problematiche ad esso connesse (scientifiche, sociali e giuridiche).

Questa sindrome segna ed informa di sè ogni fase del vivere quotidiano sia del soggetto direttamente coinvolto e sia delle persone che ne hanno la responsabilità, in particolare, la famiglia, la scuola e le istituzioni sociali coinvolte.

La quotidiana realtà familiare è scandita dalla necessità di conciliare il momento terapeutico con quello educativo, inserendo gradualmente esperienze di socializzazione sempre più ampie, ma sempre calibrate sulle specifiche esigenze e tempistiche del minore.

La famiglia si trova a dover gestire frustrazioni, ansie, stereotipie, momenti di pressoché totale assenza e comunicazione, di difficoltà nel comprendere anche solo piccole richieste o di gestire altri aspetti come quelli legati alla severa selettività alimentare.

Alla continua ricerca di nuovi strumenti di interazione con il proprio bambino, i genitori si sforzano di offrire ogni giorno gli stimoli necessari e sufficienti a scatenare una qualunque forma di reazione nella speranza di far acquisire e conquistare al proprio figlio spazi sempre maggiori di autonomia, nella consapevolezza che i genitori non sono eterni e ad oggi sono ancora rare le strutture di supporto per gli adulti affetti da tale patologia.

Per un bambino autistico l’aggancio psicologico alla famiglia è imprescindibile e rappresenta, più che per qualunque altro bambino, un avamposto di sicurezza nel mare di insicurezze e stereotipie, di ansie e frustrazioni con le quali convive.

E per i genitori di un bambino affetto da tale sindrome, accanto alla ricchezza che sempre proviene quando si sperimenta l’altrui diversità, vi è la necessità di rinunciare o, nella migliore delle ipotesi, di riuscire a conciliare la maggior parte delle proprie esigenze, anche lavorative, con le prioritarie necessità del figlio, legate alla frequenza quotidiana dei centri di riabilitazione ed alle attività extra-scolastiche ritenute utili e di supporto.